Mandata agli archivi
l’edizione 2015 dei FINA World
Championship, è tempo per noi di bilanci. In un’edizione ad alto contenuto
spettacolare e non priva di sorprese, abbiamo visto alcuni grandi del nuoto
crollare sotto i colpi delle nuove leve ed altri resistere al vertice
nonostante tutto. Il movimento del nuoto mondiale si spinge verso Rio 2016 con grande slancio, forte di
una popolarità e di un’esposizione mediatica (anche in Italia) che è in
costante crescita.
Cosa trovate in questa
analisi?
IL MEDAGLIERE
LE PREVISIONI
IL CAMPIONE DEI CAMPIONI
EUROPEI VS MONDIALI
IL MEDAGLIERE
Nell’analisi pre-Kazan avevamo
lasciato gli Stati Uniti saldamente in testa a tutti i medaglieri. Nonostante
un’edizione tutt’altro che spettacolare, i nordamericani vincono anche il
medagliere classico 2015, facendo leva soprattutto su una Katie Ledecky fuori dal comune e su alcune (non tutte) staffette.
Vediamo quindi il confronto tra il pre ed il post Kazan 2015 del medagliere
generale.
Le vere novità sono l’ingresso
in top ten di Gran Bretagna (nazione
emergente del panorama natatorio mondiale) ed Italia, a discapito dell’URSS, che esce dalle dieci, e dai Paesi Bassi, in forte crisi di allori
mondiali. Stati Uniti ed Australia continuano la loro corsa
verso l’infinito, mentre la Cina cresce e mette nel mirino la DDR.
Diamo uno sguardo anche ai
cambiamenti subiti dal medagliere al maschile.
Francia e Gran Bretagna compiono il balzo avanti più eclatante,
scalzando Russia (deludente) e Sud Africa (un solo oro per Le Clos)
dalle posizioni di vertice. Anche l’Italia
si migliora, avvicinandosi alla top ten grazie allo spettacolare trionfo di Gregorio Paltrinieri nei 1500.
Vediamo infine i cambiamenti
del medagliere femminile.
Sarah Sjostrom trascina la Svezia
in alto e fa perdere una posizione all’Italia,
che si ferma a due argenti in questa edizione e scivola al nono posto all-time.
Senza una degna erede di Federica
Pellegrini, anche quest’anno trascinatrice al femminile, il futuro azzurro
resta un’incognita.
LE PREVISIONI
Andiamo a scoprire se le
previsioni fatte appena prima dell’inizio delle gare si sono rivelate coerenti
con quanto poi nuotato a Kazan. Nelle tabelle qui sotto trovate tutte le
previsioni fatte per passaggi di turno, bronzo ed oro, con accanto relativo
tempo poi effettuato a Kazan, scostamento in termini di secondi e scostamento
percentuale.
Il metodo applicato è ormai
rodato e vincente: come potete vedere tra i maschi abbiamo uno scostamento
medio che rimane costantemente sotto lo 0,5% (media totale 0,40%) e tra le
femmine, eccezion fatta per la colonna relativa all’oro (quella meno
prevedibile causa prestazioni eccelse in finale), la media rimane sotto lo 0,5%
(media totale compresa colonna oro 0,90%).
Il mondiale ha avuto sorprese non pronosticabili, ma se volete una
previsione seria e basata sui numeri la trovate solo qui.
IL CAMPIONE
DEI CAMPIONI
Chiudiamo il nostro bilancio
scoprendo chi ha vinto l’ambito premio di Campione dei Campioni, ovvero la
classifica che mette a paragone tutti i vincitori dell’oro mondiale ed i tempi
effettuati nella finale che ha dato loro il titolo. Come si calcola il Campione
dei Campioni?
In questa classifica cercheremo di determinare chi è stato il “Campione
dei Campioni”, ovvero chi ha migliorato di più il record del mondo oppure
si è avvicinato maggiormente al record stesso nella finale in cui ha vinto il
titolo mondiale.
Per farlo, attribuiremo al tempo effettuato nella finale un punteggio,
calcolato tramite una semplice proporzione con il record del mondo in
vigore.
Attribuendo 100 punti al tempo record del mondo in vigore, il Campione dei
Campioni è l’atleta che ha fatto registrare il punteggio migliore nella finale
in cui ha vinto l’oro.
In campo femminile sono stati
effettuati 4 record del mondo a suggello del titolo mondiale. In due occasioni
è stata Katie Ledecky a scioccare il
mondo con crono che hanno dell’incredibile, ed il suo 8,07,39 negli 800 stile
le vale la palma di Campione dei Campioni 2015 con 100,74 punti. Menzioni
d’onore anche per altre due record-girl: Sarah
Sjostrom (100,18 punti nei 100 farfalla) e Katinka Hosszu (100,02 punti nei 200 misti, dove ha battuto un WR
che resisteva dai tempi della gomma).
Tra gli uomini invece, nessun
atleta ha effettuato il record del mondo nella finale mondiale. Cameron Van Der Burgh ed Adam Peaty si sono scontrati a suon di
primati nelle batterie e nelle semifinali dei 50 rana, ma in finale la tensione
ha prevalso ed entrambi si sono fermati sopra al limite mondiale. Il 26,51 di Adam Peaty vale comunque il titolo di
Campione dei Campioni tra i maschi, con 99,66 punti contro i 99,41 di Marco Koch nei 200 rana ed i 99,22 di
Camille Lacourt nei 50 dorso.
EUROPEI VS
MONDIALI
Un’ultima analisi la
dedichiamo ad un confronto particolare, ovvero quello tra gli Europei di Berlino disputati nel 2014
ed i Mondiali di Kazan appena
terminati.
Nella prossima tabella vedete
a confronto i campioni europei in carica ed i campioni mondiali appena
laureati. Evidenziati in giallo trovate coloro i quali, nella stessa gara, sono
attualmente sia campioni europei che mondiali.
Complimenti quindi ai
detentori della doppia corona: Florent
Manaudou, Adam Peaty, Marco Koch e Gregorio Paltrinieri tra i maschi, Sarah Sjostrom e Katinka
Hosszu tra le femmine. Questi atleti hanno l’incredibile chance di mettere
a segno un filotto storico vincendo le Olimpiadi di Rio 2016.
L’ultima annotazione è di
carattere puramente tecnico, e riguarda i pochi casi nei quali il tempo
effettuato dal campione del mondo è superiore a quello effettuato dal campione
europeo. Tra i maschi è accaduto solo a, autore di due ottime prestazioni nei
200 rana (a Kazan ha nuotato solo 19 centesimi di più che a Berlino). In campo
femminile, invece, alcuni tempi segnano una preoccupante involuzione di alcune
specialità: i 200 farfalla, orfani della Belmonte
Garcia, sono stati vinti dalla giapponese Hoshi con un tempo di un secondo superiore a quello fatto dalla
spagnola un anno fa. Stesso discorso vale per i 200 rana, che la Pedersen nuotò lo scorso anno in
2,19,85 e che quest’anno ha letteralmente buttato al vento con passaggi
scellerati, lasciando la vittoria alla giapponese Watanabe in 2,21,15. Nei 50 rana, invece, la troppa tensione di Ruta Meilutyte nel voler battere la Efimova lasciano spazio alla svedese Johansson che nuota la gara della vita
ma con un tempo (30,05) superiore a quanto nuotato dalla lituana nel 2014.