La storia dei Campionati Europei di Nuoto in Vasca Corta
si può dividere in due parti.
Nel 1991
la LEN ha organizzato la prima di 4 edizioni (dal ’91 al ’94) di quelli che si
chiamavano Campionati Europei Sprint: i nuotatori si sfidavano, in un programma
ridotto, sulle distanze dei 50 metri di ogni stile, sui 100 misti e sulle
staffette 4x50 stile e mista. Dal 1996 in poi la denominazione ufficiale è
mutata in quella attuale ed il programma si è esteso a 38 gare (diventate poi
40 dal 2012, con l’introduzione delle staffette miste).
Quella che prenderà parte dal 2 al 6 dicembre a Netanya, Israele,
sarà la 22^ edizione, la prima da quando la LEN ha ufficialmente deciso di far
disputare la rassegna non più annualmente ma solo negli anni dispari, così da
alternarsi perfettamente con i Campionati Mondiali in Vasca Corta.
La rassegna continentale è,
fin dai sui esordi, territorio dei grandissimi specialisti di vasca corta, che
si esaltano soprattutto nelle specialità veloci come i 50 ed i 100 metri.
L’Italia ha ospitato gli Europei nel 2005 nel bellissimo impianto di Trieste,
ed è sempre stata tra le grandi protagoniste dell’evento.
Iniziamo la nostra consueta
analisi storica partendo dai medaglieri CLASSICO, PER SESSO e PER ABITANTI.
Come vediamo, una nazione
domina in maniera netta e decisa: è la Germania
che si posiziona saldamente al top del medagliere classico, con quasi il doppio
degli ori e delle medaglie totali rispetto alle dirette inseguitrici. Non ci
sono dubbi sul fatto che i teutonici siano degli specialisti della vasca da 25,
cosa che ritroveremo anche nelle classifiche individuali. La prima inseguitrice
è la Svezia, storica potenza del
nuoto continentale, sempre competitiva anche nelle staffette. La terza piazza,
a distanza di soli 3 ori, è per i Paesi
Bassi. La nostra Italia si
piazza al quinto posto, a sei ori di distanza dalla Russia.
Anche in campo maschile la Germania la fa da padrona: sono 62 ori
e 172 medaglie totali per i tedeschi, che precedono la Russia di ben 19 titoli. Al terzo posto, staccati di soli tre ori
dal secondo, ci sono i ragazzi dell’Italia,
per 40 volte sul gradino più alto del podio continentale. Rispetto al
medagliere generale, scivolano al quarto posto la Svezia ed addirittura al nono
i Paesi Bassi.
Stesso leader, la Germania, con più o meno la stessa
distanza dagli inseguitori, che però tornano ad essere Paesi Bassi e Svezia,
storiche potenze femminili del nuoto mondiale. L’Italia scivola al quattordicesimo posto, con “soli” 10 ori ed un
totale di 40 medaglie.
IL
MEDAGLIERE PER ABITANTI
Come consuetudine, anche in
questa sede proviamo a stilare una classifica che valuti le medaglie ottenute
da ogni nazione proporzionandole alla base demografica a disposizione, ovvero
al numero di abitanti. L’obiettivo, sempre molto ambizioso, è quello di
determinare chi ha lavorato meglio con il materiale umano a sua disposizione.
Prima di iniziare, qualche precisazione:
Il calcolo viene effettuato dividendo il numero
di medaglie vinte per il numero di abitanti della nazione (indicato in milioni
di abitanti). Il numero ottenuto è riportato nella tabella sotto la colonna
denominata K.
I dati relativi alla popolazione sono espressi
in milioni di abitanti, e sono tratti dal dato più recente disponibile (fonti:
Wikipedia e Fondo Monetario Internazionale)
Ci sono due casi di nazioni che, pur non
arrivando al milione di abitanti, sono state in grado di raggiungere il podio
continentale. Si tratta delle Isole Far
Oer (1 medaglia d’argento) e dell’Islanda
(10 medaglie totali, 6 ori, 2 argenti e 2 bronzi). Le trovate evidenziate in
giallo con un dato “k” molto alto, frutto proprio della bassa popolazione. Va
dato comunque merito a queste nazioni che, pur trattandosi spesso di casi
isolati e riconducibili alla classe di un singolo atleta, riescono ad inserirsi
sistematicamente nell’élite del nuoto che conta.
Come sempre la classifica,
presa da questo punto di vista, si ribalta, e mette in risalto nazioni che
riescono a sfruttare al meglio il poco materiale umano a disposizione.
Come la Slovenia, che con soli 2 milioni di abitanti, vanta un bottino di
55 medaglie, o la Svezia, che ha un
K di 17 medaglie per milione di abitanti. La Germania, dominatrice degli altri medaglieri, scivola in basso con
un coefficiente di 4, così come l’Italia,
che si ferma a 2,5 medaglie per milione di abitanti.