La settima tappa del nostro
viaggio ci porta a conoscere i 200 RANA.
I 200 RANA SONO UNA SPECIALITÀ STORICA DELLE OLIMPIADI E DEL NUOTO IN
GENERALE. Dal 1908 per i maschi e dal 1924 per le femmine, questa distanza
è stata protagonista del nuoto olimpico, scrivendo pagine a volte incredibili
della storia sportiva. Facciamo un viaggio nella storia dei 200 rana olimpici
partendo dal medagliere.
In questa nostra analisi delle
specialità olimpiche, capita davvero spesso che gli STATI UNITI siano in testa ad una classifica di medaglie, ed i 200
rana non fanno eccezione. Ma ciò che capita davvero raramente è che gli USA
siano insediati così da vicino come in questa occasione. La nazione
protagonista di questo “affronto” sportivo è il GIAPPONE, che nel medagliere generale si trova ad un solo oro di
distanza dagli americani. Al terzo posto un’altra grande potenza tecnica, l’UNGHERIA, seguita a ruota dal terzetto AUSTRALIA, URSS e GRAN BRETAGNA.
Ma se guardiamo la classifica
maschile ci accorgiamo che il Giappone ha addirittura un oro in più degli Stati
Uniti: merito di grandissimi interpreti e di una scuola tecnica storica che ha
reso la terra del Sol levante patria di grandi ranisti. Tra le donne, gli USA
comandano davanti alla defunta Unione Sovietica.
L’Italia si trova in classifica grazie alla strepitosa ed
indimenticabile doppietta (oro e bronzo) dei ranisti a Sydney 2000.
Da Londra a Londra, ovvero dal
1908 al 2012, i 200 rana hanno subito rivoluzioni regolamentari, tecniche e
cronometriche, restando sempre una distanza dal fascino assoluto. Il primo
campione olimpico fu un inglese, Fred
Holman, che nella vasca da 100 metri di White City chiuse in 3’09”2.
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Daniel Gyurta (1989) Campione in carica |
Il
campione in carica ci ha messo un minuto in meno per far segnare il record
olimpico: Daniel Gyurta, ungherese
ultimo erede della grande scuola magiara, ha vinto ad Hyde Park in 2’07”28. Il
punteggio più alto lo mise a segno un americano: David Wilkie nel 1976 migliorò il record del mondo in finale di più
di 3 secondi, totalizzando 102,29 punti. Nella storia antichissima di questa
distanza, ci sono stati due bi-campioni olimpici, ed entrambi vengono dal
Giappone: Yoshiyuki Tsuruta (1928 e
1932) ed il suo erede, Kosuke Kitajima
(2004 e 2008).
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Victor Davis (1964 - 1989) Campione nel 1984 |
Ma i 200 rana sono terra di grandi storie, come quella del
messicano Felipe Munoz, profeta in
patria a Città del Messico, o quella di Victor
Davis, canadese strepitoso vincitore nel 1984 che ci ha tragicamente
lasciati nel 1989, investito da un’auto nella sua Montreal. Ma la storia che più ci piace ricordare è
quella di Domenico Fioravanti, forse
il più talentuoso dei ranisti moderni e anche il primo uomo ad effettuare la doppietta 100-200 rana nella stessa olimpiade.
Anche tra le donne più di un
minuto distanzia la campionessa originale, Lucille
Morton, dalla campionessa in carica, Rebecca
Soni. L’unica cosa che accomuna le due (e tutte le altre campionesse) è
l’aver gareggiato in una vasca da 50 metri, solo che nel 1928 a Parigi nella
Piscine de Tourelles fu la prima volta in assoluto.
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Rebecca Soni (1987) Bi-campionessa olimpica dei 200 rana |
Rebecca Soni è anche
detentrice del record olimpico oltre ad essere l’unica donna in grado di
ripetersi nella conquista dell’oro in questa distanza. Prima di lei fu oro
un’altra americana, Amanda Beard, ex
bambina prodigio del nuoto proprio come Agnes
Kovacs, oro a Sydney 2000. Ma la miglior prestazione a punti (101,07) è
stata totalizzata da una nuotatrice della ex Unione Sovietica, Marina Kosevaja, campionessa a Montreal
1976.
LA CURIOSITÀ
Quella di Sydney
2000 fu un’olimpiade speciale per noi italiani. Il nuoto azzurro toccò in
quell’occasione il suo apice, regalandoci soddisfazioni immense e dando il via
ad un movimento che ancora oggi beneficia degli effetti che si scaturirono in
quei giorni magici. Il podio dei 200 rana ne è l’emblema assoluto. Sul gradino
più alto un fiero Domenico Fioravanti,
dominatore della gara con una rana stilisticamente perfetta, abbraccia Davide Rummolo, incredibile bronzo di
un atleta che all’Olimpiade non doveva nemmeno partecipare.
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Il podio di Sydney 2000 Da sinistra: Parkin, Fioravanti, Rummolo |
I due azzurri sono
avvolti in un tricolore e cantano commossi l’inno di Mameli insieme,
probabilmente, ad una nazione intera. Accanto a loro c’è un omone rasato a zero,
sorridente come non mai, che si gode il suo meritatissimo argento. Si tratta di
Terence Parkin, allora ventenne, che
sudafricano è di acquisizione perché in realtà nativo dello Zimbabwe. Mentre
tutta l’Italia guarda giustamente ai due gioielli della rana, Terence, non
udente dalla nascita, dà al mondo intero una lezione di vita ergendosi ad
esempio per tutte le persone, normodotate e diversamente abili.
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Terence Parkin (1980) |
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