In occasione del suo
trentottesimo compleanno, ripercorriamo la carriera di un grandissimo del nuoto
mondiale: Pieter Van Den Hoogenband.
Il nostro modo di festeggiarlo è una piccola analisi della sua decennale
esperienza al vertice del nuoto mondiale, che lo ha reso uno dei più grandi interpreti
del nuoto degli ultimi anni.
La carriera del nuotatore
olandese più forte di sempre inizia con una scioccante partecipazione alle Olimpiadi
di Atlanta dove, da giovane ed ancora relativamente sconosciuto stileliberista,
si piazza per due volte al quarto posto. Dopo l’Olimpiade americana saranno 12 anni di successi, con
l’apoteosi raggiunta a Sydney 2000 (2 ori) e Atene 2004 (1 oro). Vediamo qui
riepilogato il suo personale medagliere internazionale.
Le sue gare? 50, 100 e 200
stile libero, oltre alle staffette, sono stati il suo regno in molte occasioni.
E quale migliore occasione del suo compleanno per analizzarne la progressione
durante la carriera nei grandi eventi.
50 Stile
L’Olimpiade del 2000 è stata
l’Olimpiade di Pieter Van Den Hoogenband, e la testimonianza ulteriore di ciò è
data dal fatto che il tempo nuotato in quei “giorni di grazia” sui 50 stile (la
distanza a lui meno congeniale) è rimasto il suo Personal Best fino a fine
carriera. Nel 2001 a Fukuoka ha mancato il titolo mondiale (che non è mai
riuscito a vincere) per soli 7 centesimi: a batterlo Antony Ervin.
100 Stile
Per ogni amante del nuoto che
si rispetti, guardare scorrere i risultati di Van Den Hoogenband nei 100 stile
è come guardare un capolavoro d’arte. Il doppio
oro olimpico rimane una perla in un ruolino di marcia che pecca solo per
l’oro mondiale, sfiorato a Fukuoka (10 centesimi sempre da Ervin) così come a
Barcellona (26 centesimo dallo Zar Popov). Il suo ritorno all’Olimpiade di
Pechino è di altissimo livello: 47,75 in una finale che lo ha visto sfiorare il
podio anche nell’era del poliuretano.
Ma i 100 stile sono stati
anche la gara del record del mondo più spettacolare da lui messo a segno. La storia,
come tante nel mondo dello sport, ha dell’incredibile e noi proviamo a
raccontarla.
1994 – 18 giugno
Alexander Popov ferma il cronometro a 48,21 stupendo il mondo
intero. Nessuno lo sa, ma il suo record ottenuto nel Principato di Monaco è
destinato a durare per ben sei anni.
2000 – 16 settembre
In tanti si avvicinano al
“Record di Popov” (compreso lo Zar stesso) ma il primo a riuscire a batterlo è
l’australiano Michael Klim, che
nella finale della 4x100 stile olimpica parte in prima frazione e tocca a
48,18: 3 centesimi che lo fanno entrare nella storia oltre che decretarlo
favorito numero 1 per la finale dei 100 stile individuali che si terrà 3 giorni
dopo.
2000 – 19 settembre
Ma la gioia di Klim dura solo
48 ore. Siamo alla semifinale olimpica dei 100 stile, la tensione è alta ma non
quella altissima di una finale dove in palio c’è una medaglia pesante. Pieter Van Den Hoogenband ne
approfitta, si lancia davanti a tutti e ferma il crono a 47,84. Primo uomo ad
abbattere la barriera dei 48. Il giorno successivo vincerà anche l’oro olimpico
ed entrerà definitivamente nella storia.
2008 – 21 marzo
Se il record di Popov durò sei
anni, quello di Van Den Hoogenband ne durò addirittura quasi 8. E ci volle Alain Bernard (ed i suoi super costumi)
per detronizzare il mito olandese.
Come possiamo notare, oltre
che in termini di durata il record di VDH fu il migliore dei quattro
precedentemente citati anche in termini
di miglioramento del record precedente.
200 Stile
Nella storia del nuoto si
ricordano davvero pochi campioni in grado di essere competitivi ai massimi
livelli nei 50, 100 ed anche 200 stile. Van Den Hoogenband non solo fu uno di
questi atleti, ma riuscì a tenere testa ad uno degli interpreti principe di questa
specialità: Ian Thorpe. Il grande
scontro tra i due a Sydney viene ricordato come una delle pagine più
emozionanti della storia del nuoto olimpico, così come la rivincita di quattro
anni dopo ad Atene, dove il podio fu impreziosito dalla presenza, al bronzo, di Michael Phelps.
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